La storia di Kyra

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  1. *kyra*
     
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    premessa

    PREMESSA

    Si racconta di una terra incantata, dove ogni sogno di ogni anima diviene realta'. La realta' nel sogno e il sogno nella realta'. La chiamano Naiti, questa terra, che nell'antica lingua delle popolazioni del luogo significa "La Terra".
    Si dice che a Naiti tutto coesiste, in che modo nessuno riesce a capirlo, almeno fino a quando non la si raggiunge.
    Si dice di una fiamma che arde in un candelabro di ghiaccio, e la fiamma non si spegne, e il candelabro non si riscalda.
    Tutto coesiste, il giorno e la notte, l'estate e l'inverno, la luce e il buio... sebbene nello stesso spazio, ognuno nella sua dimensione.
    Anche il passato, il presente e il futuro coesistono. Si parla di infinite linee temporali diverse, sempre nello stesso spazio.
    Una Coscienza Superiore vede tutto nello stesso istante. Ognuna delle linee temporali rappresenta il cammino, le vie e le scelte, infinite, di ogni anima. E' caos, ma nello stesso tempo tutto e' in ordine perfetto.
    Un caos "ordinato", e un ordine "caotico". Entrambi coesistono.

    Il tempo a Naiti e' illusione, o meglio l'illusione e' credere che il tempo possa scorrere inesorabile fuori dal controllo dell'essere mortale, e di non poterlo fermare. Infatti proprio sul principio della coesistenza delle linee temporali, nello stesso spazio, nella loro dimensione, il tempo puo' essere fermato.

    Tutto e' possibile a Naiti, la Terra sacra della Dea Errante.


    premessa1
    INTRODUZIONE

    Aveva 9 anni la bambina. Seduta sui sassi che costeggiavano il lago incantato della Dea, osservava l'acqua pura e cristallina nella quale ogni verita' veniva riflessa, e riconosciuta ogni falsita'.
    Appoggiata all'Albero della Vita, che con i suoi rami d'ambra e di smeraldo sembrava volesse abbracciarla, cantava alla Dea una canzone che nemmeno lei sapeva dove aveva sentito, eppure cantava: "... e adesso che gli altri ti chiamano Dea, l'incanto e' svanito da ogni tua idea...", e versava una lacrima dentro la quale scorgeva lo sguardo triste ed il lieve e benevolo sorriso della Dea.
    La chiamavano Kyria, la bambina, che nella lingua Ashàn, ossia la lingua parlata dai Naitiani, sta per "piccola Kyra", nome che ha le sue radici nel termine ashàn "kira", che letteralmente significa "il canto", ma che i Naitiani utilizzano per definire il canto della Dea.


    premessa2
    L'Albero della Vita ritraeva i suoi rami all'alba dei tre soli di Naiti, assorbendone la luce e le energie per poi distenderli a Mezzanotte, illuminando il mondo di una dolce e tenue luce di ambra e smeraldo, illuminando le strade ed il cammino di ogni essere mortale, donando le sue foglie pulsanti di vita.
    L'Albero era vivo ed aveva una Coscienza propria, una Coscienza superiore, ma pochi sapevano che cosa o chi fosse realmente. Qualcuno aveva sentito l'Albero parlare, altri invece, supponevano potesse spostarsi dal momento che lo avevano incontrato in luoghi diversi. Alcuni dicevano che fosse un Dio, altri che fosse uno spirito...
    La bambina sapeva Chi fosse realmente, quantomeno per cio' che le riguardava, e si adornava con le sue foglie ed i suoi fiori.
    Si diceva che queste foglie fossero speciali, in quanto era possibile creare conesse qualsiasi cosa, a seconda del modo in cui venivano intrecciate.


    kyra2
    KYRA

    Ora il tempo scorre inesorabile, sono passati 7 anni, eppure l'ultima cosa che Kyra ricorda solo i giorni passati a cercare la verita' nel lago della Dea, nella sua terra, a lasciarsi cullare dal dolce vento che percorre il sentiero dentro l'Albero della Vita, vagando tra i suoi rami infiniti... e la nube oscura, fitta ed impenetrabile che l'avvolse, cancellando parte delle sue memorie.
    E si ritrova ancora una volta, in quei luoghi che i Naitiani chiamavano il Regno delle Ombre. Quei luoghi dove a differenza di cio' che accade a Naiti, poco o nulla puo' coesistere, in particolare quegli elementi che mostrano lati opposti e contrari agli occhi degli esseri mortali, sebbene essi appartengano alla stessa entita', poiche' l'essenza delle cose e le loro connessioni vengono offuscate e nascoste dalla sola percezione razionale della fisicita'.
    Naiti e' ormai distante, non saprebbe nemmeno da che parte iniziare a cercarla, il mondo che le si presenta e' cosi' vasto, impercorribile per quelle che sono le sue capacita', tanto che la sua attenzione non poteva che essere attratta da quei vascelli volanti che scorgeva in lontananza, chissa' che dall'alto non si potesse vedere qualcosa, quantomeno i confini del mondo...
    Niente, o meglio, di tutto, mari e oceani, boschi, montagne, pianure, citta' e villaggi, senza confini, ma nulla che assomigliasse nemmeno lontanamente alla sua terra, sebbene questo paesaggio fosse parecchio suggestivo ed emozionante.
    Peccato per il fatto che ben presto si rende conto di riuscire a pagare un solo biglietto di andata e ritorno con quelle monete d'oro, oggetto di scambio tipico del posto, che la carita' della capitale offre a coloro che per la prima volta si affacciano a questa citta'.
    Eppure, nonostante si senta dispersa, qualcosa di familiare le e' accanto. Chissa' che la verita' non sia cosi' vicina tanto da non riuscire a vederla, quello di cui invece e' sicura e' che Naiti non e' scomparsa.
    Lei guarda la sua ombra che a seconda dell'angolazione del sole si distorce fino ad assumere le sembianze di un albero. E l'ombra segue ogni suo passo, mentre sembra muoversi e distendere i suoi rami e far oscillare le sue foglie al rumore del vento.
    Ed ogni tanto quell'albero emette la sua luce, d'ambra e di smeraldo. Ovunque lei vada quell'ombra e' sempre al suo fianco. Ma dove sara' mai la sua Dea?
    L'ha cercata tra le tante divinita' di questi luoghi ma nessuna le assomiglia nemmeno lontanamente sebbene molte di esse sembrano essere in sintonia con le sue credenze, in particolare coloro che sebbene rifuggano le tenebre, le riconoscono come una "parte necessaria del mondo". Infatti, per il principio della coesistenza degli opposti di Naiti, il bene non puo' regnare se non esiste il male, e cosi' il male non puo' regnare se non esiste il bene, entrambi si sostengono a vicenda accettando ognuno l'esistenza dell'altro, creando l'equilibrio che regola le leggi dell'universo.
    La Coscienza della Terra si mostrava agli esseri mortali avvolta da una fiamma magica e nello stesso tempo da una nebbia trasparente formata da gocce d'acqua e cristalli di ghiaccio, dentro la quale veniva riflessa la vera essenza, l'anima, dell'essere mortale il quale riconosceva se stesso rispecchiandosi nelle azioni che gli venivano mostrate, buone o cattive che fossero, determinando quello che poi sarebbbe stato il suo cammino.
    In sostanza, la prevalenza del bene o del male dipende soltanto dalla forza e dall'unione dei desideri delle anime degli esseri mortali, poiche' quella Coscienza offre al mondo la Via ed il frutto di cio' che ognuno ha coltivato nel proprio cammino, sta solo all'essere mortale decidere se quel frutto fosse "buono" per se, e proseguire su quella via, oppure intraprenderne un'altra.
    Nessuno conosce il vero nome della Dea ad eccezione dei Naitiani, perche' ogni popolazione poteva pronunciare il suo nome in maniera differente a seconda della lingua parlata. Anche il suo vero aspetto era ignoto, dal momento che assumeva le sembianze e le caratteristiche fisiche appartenenti alla razza a cui si rivolgeva. In ogni caso, tutti la conoscevano come la stessa entita' nonostante i nomi e gli aspetti differenti.
    Ma in questo luogo pare non ci sia traccia di lei, o forse c'e' qualcosa che nello stato attuale Kyra non riesce a comprendere. Infatti, due presenze, altre due ombre, le sono a fianco. Si tratta di due cuccioli... una gattina grigia striata a pelo lungo, e un gattino nero dal pelo corto e lucido. Senza nemmeno pensarci Kyra li chiama con i loro nomi, Arusha e Narciso, ed alla sua voce diventano reali, sebbene eterei, saltandole adosso e giocando con lei. Camminano sempre al suo fianco.
    Li ricorda bene, Kyra, erano i gattini della Dea, in effetti ne aveva altri, ma Arusha e Narciso erano quelli piu' piccoli. E ricorda bene quando la Dea le disse: "...sono morti...", "... saranno sempre con me, qui a Naiti, sono al sicuro...".
    Non fa nemmeno in tempo a pensare, Kyra, in quale situazione di pericolo essi potrebbero trovarsi adesso, in questa terra sconosciuta, che i due piccoli diventano ombre fino a confondersi con l'ombra dei rami dell'albero che la segue, scomparendo, e riapparendo gioiosi soltanto al suo richiamo.
    Le genti del posto definirebbero Kyra come un'elfa del sole, a giudicare dalle sue caratteristiche fisiche, forse un po' asociale dato che non parla molto, solo quando e' proprio necessario. In realta' preferisce perdersi nei ricordi, guardare l'ombra dell'albero muoversi, sentire l'energia di quella presenza, coccolare i suoi gattini. Sa che nessuno puo' aiutarla e tende ad isolarsi.


    kyrak
    "...io cerco la mia Naiti... il mio mondo incantato..."
    "...mi mancano le mie compagne...la mia Dea... la mia Terra..."


    "...ognuno di essi e' parte di questo universo, ognuno di essi e' importante... io li amo tutti, li rispetto tutti, e' grazie alla presenza di tutti loro, tutti insieme, che il mondo si sostiene in equilibrio perfetto ed armonia..."


    "...perche'? perche' un solo aspetto della medesima realta'?..."



    "...spesso le coscienze dei mortali tendono a manifestare un solo aspetto della realta'..."

    "E' cosi' che funzionano le cose al di fuori di Naiti, dipende anche dal mondo. Ricordi la storia della Vendicatrice nel nome della Dea? Lei si senti' costretta a cambiare aspetto per ognuna delle strade che intendeva intraprendere, e nessuno le voleva del male, anzi i suoi compagni l'amavano, ma se cosi' non avesse fatto, non sarebbe riuscita a percorrere il suo cammino in quel mondo, non sarebbe sopravvissuta poiche' in quel mondo i suoi due aspetti non potevano coesistere a causa di una percezione troppo lineare del tempo e dello spazio dovuta alle coscienze di quei popoli... E se cosi' non avesse fatto, la sua vita si sarebbe estinta prima di ritrovare Naiti, cosa che Nessuno mai avrebbe voluto."




    "...sono soltanto confusa...sempre piu' confusa...resto in questo bosco ad aspettare... che cosa... a pensare... anzi, a non pensare..."



    "In questo bosco hai gia' espresso il tuo desiderio. E che tu lo abbia fatto urlandolo al vento o nel silenzio del tuo cuore non fa la differenza, perche' una divinita' sa gia che cosa cerchi, e piu' i suoi occhi ti guarderanno con favore, maggiore sara' il suo desiderio di accoglierti e donarti la forza necessaria affinche' anche tu possa percorrere il cammino verso il tuo sogno. Ma anche la divinita' ha bisogno del tuo amore. E questo non vuol dire che non stai amando e rispettando ogni aspetto. E' solo illusione.
    L'illusione della mente mortale, poiche' se tu ami uno qualunque degli aspetti legati alla medesima realta', stai amanado la realta' stessa e di conseguenza ogni aspetto di essa."
     
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