Del bisogno e della giustizia

L'ombra assalta, la luce risponde

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  1. Tyreal
     
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    L'angelo entrò nella stanza della taverna, le sue membra materiali provate dallo scontro con il nemico, il suo spirito messo alla prova dalla lama leggendaria dell'angelo della conoscenza. Tolse l'armatura, pezzo dopo pezzo, salmodiando il rito della sera. Rimase solo il suo corpo senza vesti, le ali raccolte sulla schiena. Si guardò il viso al piccolo specchio appeso al muro. A lui soltanto era permesso guardarsi in volto, dopo il voto stretto alla sua partenza per Alsherok. Dalla bisaccia prese inchiostro e penna e, staccato il codex celeste dall'armatura, lo aprì e cominciò a vergare una delle pagine dell'enorme libro corazzato.

    Dalla trentaduesima pergamena di Tyreal:
    Non fu mai mia intenzione essere un carnefice. La lama di Gawern è sempre leggera da portare ma pesante da vibrare sull'empio, pur quando la causa è giusta, pur quando il crimine è evidente. Spezzare una vita è sempre un crimine sebbene ci siano momenti in cui tali crimini sono in contrappunto con quelli degli altri e, spesso, passano inosservati. Ma ad ogni anima liberata dal vincolo mortale, ad ogni lama che trapassa un cuore, corrisponde sempre un graffio nel profondo dell'anima che, piano piano, rischia di diventare opaca, rimanendo pur chiara e luminosa, ma stanca, provata, indebolita.
    Oggi mi è stata presentata una grande sfida. L'oscurità si è palesata in modo violento, assaltando il santuario dei Paladini di Ledimas. Instancabile ha portato la morte, insensibile ha insozzato e profanato la luce. Io sono stato chiamato a rispondere. Ho posto fine alla sua vita di peccato dopo aver avuto la concessione della spada fiammeggiante dell'angelo della conoscenza, per contrastare la spada dalla lama nera in possesso della guardia nera.
    La vera arma che ha significato la vittoria, la salvezza della mia anima e una ritrovata lucentezza del mio spirito sono state le due donne con le quali, oramai, mi accompagno. Loro, Riven e Bleiddwen: L'Instancabile Spada Giusta e la Gentile Brezza delle Pianure. La luminosa presenza, l'ingenua forza d'animo, il corroborante sorriso. Non so come questi sentimenti trovino posto nella legge della spada della giustizia. So solo che trovano posto nella mia anima e la fortificano. Rendiamo grazie a Gawern.


    Edited by Tyreal - 13/3/2013, 11:30
     
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  2. -Riven-
     
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    La prima cosa che fece Riven una volta rientrata in taverna, fu quella di sedersi a un tavolo ed ordinare un boccale di birra.

    "Wow." disse semplicemente, per poi fare una pausa e dissetarsi prendendo una lunga sorsata.
    "Sai e' incredibile. Da quando ho lasciato il mio passato ed ho cominciato a vagare per queste terre, mi e' capitato spesso di aiutare la gente. Ladri, assassini, necromanti, tutto quel che ti puo' venire in mente o quasi, l'ho combattuto."

    Un altro sorso, ed una pausa. Guarda fuori dalla finestra, il mare che si estende all'infinito aldila' dei moli le strappa un sorriso felice.

    "Ma questa volta. Questa volta non e' stata troppo diversa dal solito, eccetto il fatto che e' stata infinitamente piu' pericolosa. Ma non ho mai dubitato nemmeno per un secondo che ce l'avremmo fatta. Sai perche'?"
    "Perche' a differenza di tutte le altre, questa volta avevo uno scudo al mio fianco e un bastone alle mie spalle."

    "Nell'esercito non era cosi'. Certo si combatteva insieme, ma non si puo' dire che combattessimo il male... Anzi. E soprattutto il nostro era un legame effimero, in fin dei conti. Eravamo armi. Ma adesso..." dice, e sorride ancora nel guardare il mare "Adesso c'e' qualcuno con cui vale la pena rimanere. Qualcuno da proteggere, da sostenere. Ed insieme credo che potremo fare delle... Cose bellissime."

    Il cane e' li' accanto alla sua sedia, seduto in modo oltremodo composto ad ascoltarla e a fissarla con insistenza. Riven posa lo sguardo su di lui, e fa una smorfia divertita.
    "Si si, va bene. Certo che non pensi ad altro ah?"
    Appena infila la mano nella sacca per estrarne una striscia di carne essiccata, la coda del cane comincia ad agitarsi furiosamente.
    Riven avvicina la mano e il cane comincia a mangiare con ingordigia e gusto. Lei gli accarezza la testa grattandolo dietro le orecchie.

    "Bravo cane, bravo cane." Gli dice infine, per poi ricominciare a bere birra, occhi rivolti alla finestra, che cercano di guardare oltre l'orizzonte.
     
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